Venerdì 22 aprile 2005.
Negli ultimi decenni i mezzi d'informazione di massa hanno favorito un disinteresse internazionale per tutte quelle aree geografiche definite "zone grigie", il cui controllo non ha più grande importanza economica o strategica, e per tutte quelle guerre che non possono nuocere più di tanto all'equilibrio internazionale.
Le "Guerre Invisibili", lontane dalle telecamere e nell'indifferenza del "mondo civilizzato", continuano a perdurare e a mietere vittime.
Sono tante le guerre che si scatenano nelle periferie del mondo, guerre definite a bassa intensità poiché non minacciano la pace mondiale, conflitti disordinati e periferici. Eppure sono guerre, anche se gli obiettivi sono variabili, come il conteggio dei morti.
Il genocidio in cifre
2 milioni di bambini morti in guerra dal 1990 al 2000; 6 milioni di minori feriti o invalidi; 37 milioni di profughi che vagano per il mondo in fuga dai combattimenti; 24 milioni di morti a causa di guerre dalla fine del secondo conflitto mondiale.
È l'Africa che sta vivendo le più tragiche emergenze, che i conflitti aggravano. Secondo la Fao, 200 milioni di persone sono sottoalimentate nella regione subsahariana. La malaria ogni 30 secondi uccide un bambino africano, le ultime statistiche dicono che su 42 milioni di malati, quasi 30 milioni sono in Africa.
"Ogni giorno, sfogliando il giornale o aggiornandoci attraverso qualsiasi mezzo di comunicazione di massa, non sarà difficile trovare informazioni riguardo i conflitti più in vista attualmente in corso nel mondo. Ma ci siamo mai chiesti fino a che punto siano approfondite o quantomeno globali queste informazioni? Potremmo e potremo scoprire che in realtà nel mondo sono in corso almeno 23 conflitti bellici a cui vanno aggiunte una trentina di zone di tensione e di continua guerriglia, che quotidianamente mietono centinaia e centinaia di vittime. Per questo motivo l'Associazione Gulliliberiana Indipendente organizza per giorno 22 Aprile ad Acireale (CT), "Guerre Invisibili", giornata dedicata all'informazione e dibattito sulle guerre di cui non si parla, per una pace di cui tutti parlano."
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