Una mancata chiarezza sulla definizione dei confini che ha portato ad oltre 70.000vittime
Conflitti
per l’autonomia
Dopo una trentennale serie di conflitti per il raggiungimento
dell’autonomia, l’Eritrea riesce finalmente nel suo
intento di nazione autonoma federata con l’Etiopia.
Nel 1962 però Haile Selassie revoca l’autonomia
all’Eritrea, assoldandola come semplice provincia
dell’Etiopia. Le rivolte per l’indipendenza si
fanno così più pressanti e nasce la guerriglia
dell’ ELF (Fronte di Liberazione Eritreo) da cui proviene
l’Eplf (Esercito Eritreo Popolare di Liberazione)
Conquiste
tramite colpi di Stato
Nascono nel paese, all’inizio degli anni ’70, dei
movimenti filo- comunisti che culminano in un colpo di Stato da parte
Comitato Supremo delle Forze Armate.
Successivamente il potere viene preso da Mengistu che darà
inizio ad una violenta politica di repressione denominata
“Terrore Rosso” che genererà un numero
di morti rimasto ancora indefinito.
…E
la guerra non termina
La guerriglia eritrea continua sulla sua strada verso la liberazione,
trovando alleati anche tra le popolazioni del Tigrè, una
regione al confine, nel MDPE (Movimento Democratico del Popolo Etiope),
e nel EPRDF(Fronte Democratico Rivoluzionario del Popolo Etiope).
Unendo le forze si ottengono i primi risultati; nel 1991 costringono
Mengistu all’esilio e nel 1993 l’Eritrea ottiene
l’indipendenza tanto agognata.
La
mancata chiarezza sulla definizione dei confini prolunga la guerra
Non stabilendo sin dall’inizio confini chiari e definitivi si
è però arrivati ad un deterioramento dei rapporti
tra i 2paesi fino quando le truppe di Asmara non decidono di
varcare i confini, dando inizio all’ennesimo conflitto armato
che degenera presto in una sanguinosa guerra, combattuta anche con
bombe e cannoni
Dalla
pace alla guerra
Nel 1999, quando la pace sembra vicina, scoppiano nuovi combattimenti
nella città etiope di Badme che fanno precipitare nuovamente
la situazione fino al cessate il fuoco che arriva soltanto il 18 giugno
2000.
Il numero delle vittime è già arrivato a
più di 70.000.
Ed è ancora morte
Nel 2002 la Commissione decide di assegnare la città di Badme
all’Eritrea, ma la decisione non viene accettata
dall’Etiopia che minaccia una ripresa della guerra, nonostante la
città sia poverissima di materie prime.
Ancora oggi, quindi, i Paesi sono ben lontani dal trovare un accordo.
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