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Autore Topic: La SIAE......una M..F..A legalizzata.....  (Letto 2179 volte)
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emanuel85
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« il: 17 Dicembre 2009, 00:01:23 »

Ragazzi guardate queste puntate di un programma televisivo SERIO vale a dire REPORT trasmesso su Rai Tre...commentate in numerosi.....meditate gente meditate...









« Ultima modifica: 17 Dicembre 2009, 00:09:45 da emanuel85 » Loggato
galeot
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Vita e morte sono due facce della stessa medaglia


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« Risposta #1 il: 17 Dicembre 2009, 15:45:25 »

visto tutto d'un fiato. Fa restare sdegnati.

Il principio di remunerare autori ed editori è sacrosanto, ma l'applicazione è del tutto truffaldina, mirata a favorire le major multinazionali, gli addetti ai lavori & amici.

La sigla di ondaverde, 4-5 secondi di composizione ripetuta in loop continuo come sottofondo alla trasmissione sulla viabilità, frutta tanto quanto l'intera collezione discografica dei Beatles.   icon_scuoti
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Chi non comprende il tuo silenzio
probabilmente
non capirà  nemmeno le tue parole
E. Hubbard


Che potere avrebbe l'Inferno se coloro che sono imprigionati non potessero sognare il Paradiso?
Neil Gaiman

Sutekh
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Through Silver In Blood


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« Risposta #2 il: 30 Dicembre 2009, 11:51:21 »

Purtroppo si sa, l'industria della musica è questo, mafia allo stato puro, se si vuole emergere, campare facendo i musicisti, bisogna vendersi, sottostare a questo sistema, non c'è che fare. Io preferirei di gran lunga restare tutta la vita nell'underground, sbattermi come un pazzo per farmi conoscere, magari aiutarmi con qualche distro e/o con qualche piccola etichetta per diffondere un mio lavoro, che sottopormi alle leggi delle major. Se poi così facendo grazie al mio valore riesco ad emergere e a destare interesse in qualche etichetta più grande ben venga, ma è tutto da vedere, in base a che condizioni ti pongono. Per fortuna comunque c'è Creative Commons. Cerchiamo di andare avanti con più D.I.Y. possibile.

Citazione
D.I.Y. significa Do It Yourself, “Fallo Da Solo”.

Autoproduzione ed autogestione sono il contesto culturale del D.I.Y.;
D.I.Y. vuol dire produrre e distribuire dischi in modo indipendente,
al di fuori delle logiche del marketing e dell’industria dell’intrattenimento.
Scambi, prezzi bassi , reinvestimento dei guadagni in nuove produzioni, rifiuto delle regole del copyright, libera circolazione, rapporti personali invece che lavorativi: sono queste le modalità con cui può funzionare il circuito d.i.y.
D.I.Y. vuol dire scrivere e diffondere fanzine, libri, opuscoli, webzine.
Tenere viva la circolazione di opinioni ed informazioni per urgenza, per necessità di esprimersi, non per vendere l’attenzione di chi legge a uno sponsor.
D.I.Y. vuol dire organizzare concerti, banchetti, proiezioni, iniziative, liberare energie ed azioni dalla prigione del mercato.
D.I.Y. vuol dire sbattersi: nessuno è costretto ad essere un consumatore passivo di prodotti e stili di vita, tutti possono essere creatori attivi di significati.
D.I.Y. non è gavetta, qui non si cerca di emergere, qui si brucia.

Soprattutto, D.I.Y. vuol dire passione.
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Mercurio
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Ride The Lightning


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« Risposta #3 il: 30 Dicembre 2009, 11:55:22 »

Purtroppo si sa, l'industria della musica è questo, mafia allo stato puro, se si vuole emergere, campare facendo i musicisti, bisogna vendersi, sottostare a questo sistema, non c'è che fare. Io preferirei di gran lunga restare tutta la vita nell'underground, sbattermi come un pazzo per farmi conoscere, magari aiutarmi con qualche distro e/o con qualche piccola etichetta per diffondere un mio lavoro, che sottopormi alle leggi delle major. Se poi così facendo grazie al mio valore riesco ad emergere e a destare interesse in qualche etichetta più grande ben venga, ma è tutto da vedere, in base a che condizioni ti pongono. Per fortuna comunque c'è Creative Commons. Cerchiamo di andare avanti con più D.I.Y. possibile.

Citazione
D.I.Y. significa Do It Yourself, “Fallo Da Solo”.

Autoproduzione ed autogestione sono il contesto culturale del D.I.Y.;
D.I.Y. vuol dire produrre e distribuire dischi in modo indipendente,
al di fuori delle logiche del marketing e dell’industria dell’intrattenimento.
Scambi, prezzi bassi , reinvestimento dei guadagni in nuove produzioni, rifiuto delle regole del copyright, libera circolazione, rapporti personali invece che lavorativi: sono queste le modalità con cui può funzionare il circuito d.i.y.
D.I.Y. vuol dire scrivere e diffondere fanzine, libri, opuscoli, webzine.
Tenere viva la circolazione di opinioni ed informazioni per urgenza, per necessità di esprimersi, non per vendere l’attenzione di chi legge a uno sponsor.
D.I.Y. vuol dire organizzare concerti, banchetti, proiezioni, iniziative, liberare energie ed azioni dalla prigione del mercato.
D.I.Y. vuol dire sbattersi: nessuno è costretto ad essere un consumatore passivo di prodotti e stili di vita, tutti possono essere creatori attivi di significati.
D.I.Y. non è gavetta, qui non si cerca di emergere, qui si brucia.

Soprattutto, D.I.Y. vuol dire passione.

Pino Scotto insegna!
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